Intervista a Renata Maraolo

Renata Maraolo, famosa conduttrice televisiva, conosciuta dal grande pubblico con il suo nome d’arte Renata Mauro, dedica dal 1978 gran parte della sua vita all’allevamento dello shih-tzu, conseguendo indiscutibili traguardi.
Accolti con molta ospitalità nella sua bellissima residenza, completamente immersa nel verde, abbiamo potuto ammirare,oltre agli stupendi “soggetti”, innumerevoli collezioni d’arte, realizzate con tecniche espressive diverse, aventi come unico soggetto lo “shih-tzu” .
Le suddette opere artistiche arricchivano le pareti e alcuni angoli della casa e contribuivano a creare un’atmosfera particolare nella quale era impossibile non restare affascinati.
La passione e la dedizione di Renata ( ci permettiamo di chiamarla per nome per il tono amichevole usato con noi durante l’intervista) nei confronti dello shih-tzu, fanno da filo conduttore nella lunga e interessante intervista che pubblichiamo.

Multi CH. EPSYLON E WAI TE-KOU "Benito" Foto Ann Roslyn Williams

Multi CH. REQUEINA.SAN V.H.MARTINIHAIM All.Puck Vlieghuis (Mamma del WORLD e Multi CH. EPSYLON SHANGSU KOU "Tito")

Sig.ra Maraolo da quanti anni alleva?
Ho avuto l’affisso nel 1978

Il suo primo cane è stato uno shih tzu?
No.
In casa ci sono stati sempre dei cani, la lista è lunga. Ho iniziato la mia vita con un fox liscio, una femmina che mia madre, appena rientrata dall’ospedale, mise nella mia culla; per me non ci furono problemi, ma nessuno mi si poteva più avvicinare.
Il secondo fox era a pelo ruvido.
Il terzo cane è stato un bassotto standard a pelo liscio, ma ho avuto anche dei Barboni Medi Neri.
Poi è arrivato Fernandel, bouledogue francese al quale mi ero molto affezionata, proveniente da un famosissimo  allevamento tedesco, di allora, “ VON RATIBOR UND CORVEY”.  Fernandel invecchiava benissimo, data la razza, visse fino all’età di 12 anni, grazie all’ aria pulita della città di Lugano, dove abitava mia madre a cui lo avevo affidato per motivi di viaggio-lavoro.

Quindi possiamo dire che lei proviene da una famiglia dove i cani non sono mai mancati…visto le razze nominate!.. Abitava in città oppure la taglia è stata una scelta casuale? 
Abitavo a Milano. 

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CH. EPSYLON SHANGFU KOU

Cosa ci può raccontare della sua prima expo?  E’ stata la expo di Milano?
No.
Dopo aver lavorato in settori diversi e in paesi diversi, nel 1975, entrò nella mia vita il mio primo shih-tzu.
Mi era stato regalato a Montecarlo da una persona che gode di una certa notorietà, a quel tempo io lavoravo a Monaco e viaggiavo continuamente dalla Francia a Milano. Un giorno, in via Montenapoleone, incontrai la signora Sommi Picenardi in compagnia di un signore, lei e io si chiacchierava e lui, che in seguito seppi essere il giudice inglese di grande fama, Joe Braddon, guardava il cane che avevo al guinzaglio. In modo abbastanza brusco, interruppe le nostre ciance da signore e, senza sapere se io parlavo o no la sua lingua, mi chiese se avevo mai esposto il cane. Risposi di no e lui mi disse che stavo commettendo un errore perché, a suo parere, Tai aveva molte qualità.
Decisi di esporre il cane, ma non sapevo da che parte incominciare, chiesi aiuto a Paolo Dondina e a Maria Teresa Garabelli e quest’ultima mi portò con sè a Mondovì dove il giudice era Luciano Bernini. Lei, Maria Teresa, entrò nel ring, lo presentò, allora non era ancora giudice, e ne uscì con il mio primo BOB. Qualche tempo dopo andai a Bellagio, altra musica, il giudice era la signora Tina Violi Gussoni, la quale, senza tanti complimenti, diede il BOB al cane, ma sulla relazione scrisse che il merito del risultato era totalmente dovuto allo shih-tzu, data “la pessima presentazione”. L’handler ero io. Beppe Benelli e Paolo Dondina che erano presenti, cercarono di convincermi di non partecipare al raggruppamento, ma io, quando comincio a ballare, ballo fino in fondo. Entrai in ring d’onore, guardavo tutti gli altri espositori e cercavo goffamente di imitarli, e forse ci sono anche riuscita in qualche modo, visto che lo shih-tzu non venne buttato fuori alla prima selezione. Il divertimento fu  tale, che da allora, praticamente non mi sono più fermata, anche se riconoscevo e riconosco che forse qualcosa di buono in cinofilia l’ho fatto, ma non sono mai stata una grande handler.

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Cosi ha conosciuto le expo casualmente, come è capitato a molti, fortunatamente a fianco di persone validissime, poco dopo arriva la sua prima cucciolata…il suo primo campione…volevamo conoscere questi passaggi…suggerimenti o consigli che ha ricevuto… la sua scelta di allevare…come è nato Epsylon?
Le persone di cui ho raccontato non mi hanno influenzato più di tanto, soprattutto perchè allora la razza era ancora poco diffusa. Sono sempre stata una self-made woman e anche in questo caso ho voluto esserlo, mi sono informata, ho letto, ho scritto, ho telefonato e poi sono partita per Colonia, allora sede del Bundessieger Hunde Ausstellung. Ho fatto, per caso, la cosa giusta, e guardando gli shih-tzu presentati nel ring, mi sono resa conto di quello che mi era stato detto da un giudice, che se n’è andato certamente in un paradiso di cani, e cioè che i tipi di shih-tzu erano 2 e ben distinti tra loro. Mi sono avvicinata ad una allevatrice olandese disponibile, più di quanto lo fossero stati i tedeschi, mi sono informata e ho visto e toccato con mano le differenze. Sono tornata a casa ripromettendomi che se avessi deciso di acquistare un nuovo cane, non sarebbe stato di origine inglese, come quello che avevo, ma “scandinavo” come quelli che avevo visto a Colonia. Per una serie di motivi personali, la decisione avvenne prima di quanto avessi pensato, telefonai in Olanda e chiesi se fosse possibile acquistare 2 femmine, figlie di un incantevole e molto orientale soggetto, che avevo visto in Germania. Di lì a qualche tempo andai a prendermi RISHRA e RAKAYA, bianche e nere, tutte e due, diverse di temperamento, ma non di classe. Raggiunta l’età richiesta incominciai ad esporle, e tutte e due divennero Campionesse,  italiane, internazionali e di altri paesi europei. Poi arrivò TASSO, maschio, e poi REQUENA, che ha fatto molta della storia di questa razza affascinante. Ma il mio primo campione EPSYLON fu una femmina, ETA, e il mio secondo, più importante, e che infastidì non poco la mia concorrenza, sia nazionale che estera, si chiamava Epsylon E Wai Te Kou, ma io lo chiamavo Benito.

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